La pace non può che sgorgare da cuori pacificati

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Incontro con l’Imam di Trieste, Nader Akkad: «In questi tempi Papa Francesco è una luce a cui molti, anche tra i musulmani, guardano con fiducia»

François Vayne

 

http://www.lastampa.it/2017/04/13/vaticaninsider/ita/documenti/la-pace-non-pu-che-sgorgare-da-cuori-pacificati-4uSgI9PJcJkOML5hOaEBfJ/pagina.html

 

– Imam, lei che è bene integrato in Italia, responsabile islamico di una grande città italiana, Trieste, che Giovanni Paolo II aveva chiamato «la città del dialogo», cosa può dire a proposito degli attentati in Egitto di domenica scorsa, a pochi giorni dalla visita di Papa Francesco al Cairo?  

Un atto efferato come questo, compiuto da criminali assassini per seminare il terrore, non può certo essere ridotto a una semplice manifestazione di follia, risentimento o rivendicazione: la scelta di un momento così simbolico come la domenica delle palme, mentre l’intera comunità cristiana copta è raccolta in preghiera nelle chiese d’Egitto non è casuale, ma rivela il vero intento dei terroristi: dividere le comunità, distruggere ogni possibilità di convivenza, rinnegare la nostra fratellanza in Dio, imporre ovunque la propria visione di un mondo nel quale il valore della diversità non debba trovare posto; nemmeno quella che il Sacro Corano con molta chiarezza esalta come voluta da Dio!

Sono profondamente scosso ed addolorato per questi crudeli attentati e prego Dio che nella Sua immensa Misericordia voglia accogliere nella Sua Grazia i fratelli cristiani copti che hanno perso la vita e voglia sostenere con la Sua Forza i loro famigliari ed amici e tutti coloro che sono rimasti feriti.

Mi addolora profondamente immaginare lo sgomento che sta percorrendo l’intera comunità di questi nostri fratelli cristiani proprio nei giorni che precedono una festa così importante per loro. E auguro a tutti loro che l’imminente visita di Papa Francesco infonda coraggio e speranza nelle loro vite. In questi tempi così duri e confusi Papa Francesco è una luce a cui molti, anche tra i musulmani, guardano con fiducia per la sua incessante attenzione ai poveri e agli ultimi e l’instancabile denuncia di qualunque sopraffazione e violenza, ovunque nel mondo. Il fatto che il Papa abbia confermato la sua visita, invitato dal presidente Egiziano, dai vescovi della Chiesa cattolica, da Sua Santità Papa Tawadros II e dal Grande Imam della Moschea di Al Azhar, Cheikh Ahmed Mohamed el-Tayyib, segnerà certamente un ulteriore deciso passo sulla via del dialogo fraterno tra le nostre comunità e questa è la migliore risposta possibile a questi terroristi assassini, che devono sapere che il loro disegno criminale non prevarrà».

– Dal Suo punto di vista, chi ha interesse a fare la guerra alla pace con l’Islam e come possiamo resistere a questa manipolazione dell’opinione pubblica che cerca di portare avanti lo «scontro di civiltà» per giustificare nuove conquiste e colonizzazioni ideologiche?  

– «L’Islam non è in guerra, oltre un miliardo e seicento milioni di fedeli musulmani nel mondo non sono in guerra, ma al contrario sono essi stessi le prime vittime dell’ideologia fondamentalista che vuole imporre, prima di tutto ai musulmani, la loro ristretta visione. Gli attentati nelle moschee e nei mercati di paesi islamici si contano ormai a decine. I musulmani costituiscono più del 20% della popolazione mondiale e stanno oggi affrontando la sfida più difficile che è lanciata loro da gruppi criminali che oltraggiano e infangano l’immagine dell’Islam di fronte all’opinione pubblica mondiale.

Ma ho fiducia che i valori che l’Europa ha faticosamente costruito e difeso lungo la sua storia millenaria siano sufficientemente radicati e non possano essere facilmente demoliti da chi ha in odio la pace e la convivenza.

Per resistere alla manipolazione dell’opinione pubblica è di fondamentale importanza approfondire sempre più la nostra conoscenza reciproca, moltiplicare le occasioni di incontri e condivisione, impegnarci in un dialogo interreligioso serio e aperto: il dialogo interreligioso, oltre ad essere un dovere per l’Islam, è oggigiorno essenziale per emarginare queste derive estremiste, da ambo le parti.

– Ha visitato in spirito di amicizia qualche giorno fa la sede dell’ Ordine del Santo Sepolcro, a Roma, i cui membri aiutano a titolo di esempio le scuole in Terra Santa dove cristiani e musulmani crescono insieme. Secondo lei cosa rappresenta questa organizzazione per il dialogo interreligioso tanto voluto da Papa Francesco?  

– «Sono rimasto molto soddisfatto di questa visita e mi sento arricchito da questo incontro. Ho percepito fortemente la spiritualità presente in questo luogo e vi ho ammirato i bellissimi affreschi, dai contenuti particolarmente significativi.

Ma molto più ho potuto apprezzarne l’attività. Ritengo che il lavoro che questa organizzazione svolge in Terra Santa sia particolarmente significativo poiché interviene nell’ambito più vitale al servizio della convivenza, ovvero l’educazione. Gestire delle scuole frequentate da allievi cristiani e musulmani insieme significa gettare il seme del rispetto e della stima reciproca, che questi ragazzi non mancheranno di far germogliare nelle loro vite, nelle loro famiglie e nelle comunità di appartenenza: una vera fucina della cultura del dialogo e dell’incontro.

In una delle stanze di questa bella struttura mi ha colpito vedere una splendida icona della Vergine Maria che tra le mani regge Gerusalemme. Sono convinto che Maria sia una figura particolarmente feconda nel promuovere il dialogo interreligioso perché su di lei l’accordo tra cristiani e musulmani è quasi totale. Il Corano, che a Maria dedica un’intera sura, la indica a modello di devozione ed ella è talmente stimata nell’Islam che numerosi santuari mariani in Medio Oriente sono meta di pellegrinaggio da parte dei fedeli musulmani. Così, nel contemplare Gerusalemme tra le mani di Maria, sono rimasto commosso nel notare tra le cupole delle chiese anche la moschea di Al-Aqsa, tutte riunite tra le mani della Madonna, come segno e promessa di accoglienza e protezione, e come esortazione all’amore e al rispetto per tutti i luoghi religiosi.

La cultura dell’incontro deve radiarsi in ciascuno di noi. La pace non può che sgorgare da cuori pacificati. Invochiamo dunque Dio l’Altissimo perché ci indichi la via che conduce i nostri cuori alla pace. E a tutti voglio augurare una Pasqua serena in cui riscopriamo l’affetto della famiglia, la grandezza dell’amore, e alimentiamo la speranza in un mondo di Misericordia: perché questa festa ci ricorda che la Luce vince sul male e che la fede in Dio potrà sempre risollevarci.

Tanti auguri di buona Pasqua. Salam Alaikum – la Pace sia con voi!».

In collaborazione con l’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

 

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