Il 12 aprile di 75 anni la Vergine della Rivelazione apparve in una grotta alle porte di Roma

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E LA «BELLA SIGNORA» DAL MANTO VERDE DISSE «L’AMORE TRIONFA SU TUTTO»

Progettava di uccidere Pio XII con un pugnale e preparava un discorsocontro il dogma dell’Immacolata concezione, quando vide i suoi tre bimbi inginocchiarsi davanti a qualcuno. Bruno Cornacchiola, di cuioggi è in corso la causa di beatificazione, si avvicinò e non solo vide Maria ma ne ascoltò anche il lungo messaggio che poi, convertitosi, dettò al Papa. Le parole di allora sono quanto mai attuali.

Settatantacinqueanni fa, nella zona sud di Roma, il giorno 12 aprile, la Vergine appariva a un padre di famiglia, Bruno Cornacchiola, e ai suoi tre figli piccoli, in una grotta di tufo, tra gli eucaliptus. Questa zona verdeggiante, chiamata anticamente AquaeSalviae, un tempo famosa per le sue acque curative, si trova a ridosso dell’abbazia trappista eretta sul luogo della decapitazione di San Paolo. Secondo la tradizione, la testa del martire, rimbalzando tre volte, fece scaturire tre fontane che diedero alla località il nome che porta ancora oggi. L’area delle “Tre Fontane”, dove ora sorge anche il santuario mariano della Vergine della Rivelazione, è vicina all’avveniristico complesso architettonico dell’EUR, realizzato in occasione dell’Esposizione Universale di Roma prevista per il 1942 e poi mai tenutasi per via della seconda guerra mondiale.

Bruno Cornacchiola, nato a Roma nel 1913, da genitori poveri e analfabeti, sposatosi con Iolanda Lo Gatto nel 1936, era stato attivista nelle file comuniste e aveva partecipato come volontario alla guerra di Spagna, durante la quale aveva promesso di uccidere Pio XII con un pugnale acquistato apposta per questo scopo a Toledo. Tornato a Roma, impiegato di una compagnia di tram, era diventato membro di una setta religiosa evangelica e feroce avversario della Chiesa cattolica, nonostante la riprovazione della devotissima moglie, che lui non esitò a picchiare. Iolanda, tuttavia, non smise mai di pregare per la sua conversione, invitandolo a praticare la devozione al Sacro Cuore di Gesù e la comunione nei primi nove venerdì del mese, propagata da Santa Marguerite-Marie Alacoque dopo le apparizioni del Cristo a Paray-le-Monial.

Un sabato pomeriggio, dopo aver di nuovo litigato con la moglie, Bruno aveva portato i loro tre figli – Isola, 10 anni, Carlo, 7, e Gianfranco, 4 – a fare una passeggiata in un luogo che fin da giovane aveva frequentato nei pressi di una grotta malfamata, luogo di ritrovo per amori proibiti, dove si praticavano anche aborti clandestini. Stava preparando il suo discorso settario per il giorno seguente, una filippica tesa a denigrare il mistero dell’Immacolata Concezione in una pubblica piazza. Intanto sua figlia raccoglieva fiori e due fratellini giocavano a pallone. Era la vigilia della domenica in albis, la seconda domenica di Pasqua che sarebbe poi diventata, per volontà di san Giovanni Paolo II, la festa della Divina Misericordia. Improvvisamente, il piccolo Gianfranco cadde in ginocchio davanti alla grotta, affermando di vedere una «bella signora», presto raggiunto sul posto da Isola e Carlo, anche loro colti da stupore per la stessa apparizione. Bruno si arrabbiò, dubitando di ciò che stava accadendo, prima di lasciarsi trasportare anche lui in estasi, per più di un’ora.

«Io sono quella che è nella divina Trinità, io sono la Vergine della Rivelazione. Tu mi perseguiti, ora basta! Ritorna al santo ovile», avrebbe detto questa «bella signora» a Bruno, affidandogli un lungo messaggio per Pio XII. I bambini, senza sentire nulla, avevano visto muovere le labbra della misteriosa signora, il più giovane, Gianfranco, pensò addirittura che stesse masticando «gomme americane», cioè chewing gum, come testimoniò innocentemente durante i primi interrogatori .Descritta dai veggenti, di carnagione bruna e di tratti orientali, la Vergine della Rivelazione, indossava un mantello verde sopra un abito bianco, con una fascia rosa, e teneva tra le mani un libro sacro, la Bibbia. Una bandiera nera era ai suoi piedi – forse raffigurante la morte in tutte le sue forme, in tutte le epoche – come ad annunciare l’invincibile fecondità del Vangelo della Vita attraverso le vicende della storia.Pochi giorni dopo questo evento, Bruno si confessò, Isola fece sia la Prima Comunione sia la Cresima, e Gianfranco fu battezzato, con grande gioia di Iolanda.

In una lettera a Pio XII datata 1 maggio 1947, con scrittura focosa ma spontanea, Bruno Cornacchiola raccontò dettagliatamente i fatti, trasmettendo il messaggio in cui la Vergine chiedeva in particolare di pregare per la conversione della Russia, come a Fatima nel 1917, e metteva in guardia più ampiamente dalle devastazioni causate dall’oscurità della coscienza e dalla confusione del bene e con il male. Anche se evocano grandi prove nella Chiesa e nel mondo –- dalla controtestimonianza di tanti sacerdoti a una possibile terza guerra mondiale che distruggerebbe anche la Basilica di San Pietro – le parole della Vergine sono piene di speranza: «Amatevi . È l’amore che è il tutto. Unitevi nell’amore di Dio, abbiate un’unica regola: il Vangelo da vivere». Chiedendo di pregare per i peccatori, i non credenti e per l’unità dei cristiani, Maria profetizza un papa santo degli ultimi tempi e «la vittoria dell’Agnello».

Il 9 dicembre 1949, durante un’udienza con Pio XII, il veggente porse al papa il pugnale con cui aveva progettato di assassinarlo. Il Santo Padre, incoraggiato, si dice, dal messaggio di Tre Fontane (la Vergine dice fra l’altro a Cornacchiola: «Il mio corpo non poteva marcire e non marcì»), proclamò il dogma dell’Assunzione il 1° novembre 1950, presentando Maria come colei che realizza pienamente il battesimo, come partecipazione alla risurrezione e all’ascensione Cristo. «Si tratta, mettendo in pratica il Vangelo, di diventare Parola viva di Dio nel Figlio perché anche noi possiamo entrare con Maria nel cuore della Trinità», riassume don Renato Tarantelli, nuovo rettore delle Tre Fontane, che crede fermamente al carisma del luogo e alla sua missione spirituale in vista del prossimo Giubileo della Redenzione, nel 2033.Giovanni Paolo II, convinto del legame tra Tre Fontane e Fatima, autorizzò il culto nella grotta delle apparizioni nel 1987, quarant’anni dopo i prodigi. Bruno Cornacchiola morì il 22 giugno 2001, festa del Sacro Cuore. Monsignor Rino Fisichella, che ne celebrò le esequie, evidenziò allora il cammino personale di conversione del veggente e il suo impegno missionario, in particolare al servizio della catechesi nell’ambito di un’associazione di fedeli da lui fondata. La causa di beatificazione di questo padre di famiglia è aperta dal giugno 2007. Il suo esempio può ispirare molti uomini oggi: dopo aver avuto una vita tortuosa, è progredito gradualmente, desiderando vivere in modo sempre più coerente, alla luce del Vangelo.

François Vayne

 

«ABBIAMO INVITATO IL PAPA, LA MADONNA LO ASPETTA»

Intervista a Don Renato Tarantelli Baccari, nuovo rettore del Santuario delle Tre Fontane

«Nel suo messaggio la Vergine parla di un Papa che verrà per scongiurare una guerra nucleare, noi speriamo che il Santo Padre venga qui come penitente, dopo la consacrazione di Russia e Ucraina a Maria. L’apparizione di 75 anni fa è legata al mistero dell’Assunzione, un mistero che anche noi siamo chiamati a vivere sulle sue orme, vivendo in Dio, nella Trinità!», spiega il sacerdote che è stato ordinato 4 anni fa dopo aver lasciato una carriera di brillante tributarista per amore di Gesù e prepara un piano di rilancio per rendere questo polmone mariano, un luogo di preghiera per il Pontefice, di conversione dei cuori e di adorazione eucaristica. Il programma semplice ma intenso per il 12 aprile. C’è un disegno grande sul santuario delle « Tre Fontane», destinato a rifiorire e a riempirsi di grandi folle come nei bei tempi prima della pandemia. Ne è convinto don Renato Tarantelli Baccari, nuovo rettore che ce la metterà tutta in questa missione affidatagli dal cardinale Angelo De Donatis, vicario di Sua Santità per la diocesi di Roma. La sua è una storia particolare : è stato ordinato sacerdote già quarantenne, da papa Francesco il 22 aprile 2018, dopo aver lasciato una carriere di brillante avvocato tributarista per amore di Gesù. Parliamo con lui di questo posto così speciale, tra passato, presente e futuro.

Don Renato, lei è direttore dell’ufficio legale della Diocesi di Roma e nello stesso tempo rettore del santuario della Vergine della Rivelazione in Tre Fontane. Quale mandato ha ricevuto dal Cardinale Angelo De Donatis, Vicario del Papa, riguardo a questo luogo di apparizioni?

«Vista la mia precedente esperienza di avvocato, una volta diventato sacerdote mi è stato affidato l’ufficio legale della diocesi. Conoscendo la mia forte devozione mariana, il Cardinale De Donatis mi chiese venire con me in questo luogo di grazia, una mattina di buon’ora, ed è stato personalmente toccato dall’atmosfera di pace che vi si respira. Qui la Vergine venne a proteggere il Papa, chiedendo al veggente di abbandonare il suo piano per assassinare Pio XII. Apprendendo gradualmente la storia delle apparizioni, ma anche i rapporti giuridici del santuario con la diocesi, scoprendo che san Giovanni Paolo II voleva farne il santuario mariano di Roma, il cardinale De Donatis mi ha proposto di lavorare alla rinascita pastorale di questo luogo, per valorizzarne la dimensione di santuario dedicato alla preghiera continua per il Papa. La mia missione è far rifiorire le Tre Fontane affinché molte persone possano ricevere grazie particolari qui. Con la mia partecipazione agli incontri internazionali dei rettori dei santuari mariani, poi, desidero internazionalizzare “Tre Fontane” in vista del Giubileo della Redenzione, nel 2033. Un nuovo libro, inoltre, dovrebbe diventare una guida per i pellegrini che verranno, e dovremo anche creare un sito web in varie lingue».

Per il settantacinquesimo anniversario dell’apparizione del 12 aprile 1947 è in programma qualcosa di speciale?

«La semplicità è un tratto essenziale di questo luogo, quindi dobbiamo celebrare questo 75° anniversario in modo sobrio. Naturalmente, questa ricorrenza è un’occasione per iniziare i lavori di recupero della zona attigua che è un’estensione della grotta e per curare la bellezza del giardino, in armonia con la bella natura circostante. Una cappella per l’adorazione eucaristica sarà al centro del santuario. Stiamo anche preparando uno spazio adeguato per i sacerdoti che si occuperanno delle confessioni, perché il messaggio di Tre Fontane è incentrato sulla riconciliazione. Una novena di preghiera per la pace ci preparerà alla festa del 12 aprile, segnata dalla Messa delle ore 16, il momento esatto della prima apparizione. La mattina del sabato 2 aprile, poi, il pellegrinaggio a piedi dalla Basilica di San Pietro alle Tre Fontane, come quello che un tempo portò la statua della Madonna della Rivelazione, benedetta da Pio XII, ora installata nella grotta. Il mio intento è incoraggiare la preghiera, perché non c’è niente di più importante della preghiera».

Verrà Papa Francesco?

«Lo abbiamo invitato com’era anche nel desiderio di tanti devoti e la Madonna stessa lo sta aspettando, infatti nel suo messaggio ha parlato di un Papa che sarebbe venuto per scongiurare una guerra nucleare. Noi speriamo davvero che venga come penitente alle Tre Fontane, dopo la consacrazione di Russia e Ucraina a Maria».

Qual’è, in poche parole, l’attualità del messaggio delle Tre Fontane nel doloroso contesto attuale, in cui un conflitto militare in Europa minaccia di assumere proporzioni terribili e di trasformarsi in una guerra atomica mondiale?

«Il messaggio delle Tre Fontane è legato al mistero dell’Assunzione di Maria, un mistero che anche noi siamo chiamati a vivere sulle sue orme. Siamo chiamati a vivere in Dio, nella Trinità! La Madonna si presenta come Colei che è nella Trinità, il che ci fa capire il grande destino che attende ogni battezzato. La Trinità viene a vivere in noi perché noi possiamo vivere in lei. In questo senso, il santuario mariano di cui sono rettore è un santuario escatologico. La Vergine della Rivelazione, madre e mediatrice, ci rivela ciò che saremo. La strana pace che sentiamo in questo luogo è già l’esperienza dell’eternità e la promessa della nostra pace in Dio. Dove passa la Madonna, arriva la pace. Così, consacrando la Russia e l’Ucraina alla Madonna il 25 marzo, Papa Francesco ci ha chiesto di consacrarci a Lei, ognuno di noi personalmente. Se la pace di Dio ci raggiunge interiormente, solo allora verrà la pace del mondo intero, perché si diffonderà di cuore in cuore!»

François Vayne

 

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