Ascoltiamo il grido dei piccoli

Ricostruire il rapporto tra le persone per riaccendere la speranza
23 Gennaio 2025

Editoriale pubblicato sulla rivista Piazza San Pietro di febbraio 2025

Due storie scioccanti, legate alla nascita di un bambino in circostanze umanamente tragiche, hanno fatto notizia all’inizio dell’anno. La prima è quella di un bambino trovato morto congelato a Bari, nella culla termica della parrocchia San Giovanni Battista, nel quartiere Poggiofranco. Mentre è in corso un’inchiesta giudiziaria per capire perché l’allarme legato al dispositivo non avrebbe funzionato, fanno riflettere le parole dell’arcivescovo Giuseppe Satriano: “E’ un richiamo urgente per tutti noi: nessuna vita, dal concepimento all’ultimo respiro, sia abbandonata nell’indifferenza. È un invito a un impegno più forte, collettivo, per dare supporto a chi si trova in condizioni di vulnerabilità, per costruire una società che non lasci indietro nessuno, anche nelle situazioni più difficili”. La culla termica – inaugurata nel 2014, inizialmente come la prima e unica della regione – si era dimostrata utile ad accogliere e salvare neonati, donando loro una seconda vita.

Un altro evento ha evidenziato il valore inestimabile di ogni vita umana. La stampa ha parlato diffusamente di questa donna migrante che ha partorito su un gommone nell’Oceano Atlantico pochi minuti prima di essere soccorsa. L’evento, che può essere visto come un segno per il mondo, ha avuto luogo il 6 gennaio, festa dell’Epifania. È successo a circa 200 chilometri dalle Isole Canarie. «Il bambino era totalmente nudo ed era nato 10, 15 o 20 minuti prima», ha raccontato il comandante della nave che ha soccorso il gommone.

La foto del bambino, pubblicata su un social network della Guardia costiera spagnola, evoca un presepe di Betlemme moderno, con migranti africani nel ruolo di pastori e magi che offrono al neonato e a sua madre il dono della loro presenza e il tesoro del loro calore umano.

È stata questa presenza e il calore umano di una comunità che certamente mancava intorno al bambino barese, al di là del problema tecnico della culla termica, così come presenza di comunità e calore umano sono crudelmente carenti nella nostra società europea e occidentale del consumo estremo, minata dall’individualismo.

Quale futuro stanno preparando in Europa le persone che rifiutano sia la paternità che la maternità, ossessionate dal comfort di un status sociale e che coltivano la loro immagine virtuale in modo sterile ed egocentrico su TikTok o Instagram? « Mai come in quest’epoca l’umanità ha sperimentato progresso, sviluppo e ricchezza e forse mai come oggi si è trovata sola e smarrita, non di rado a preferire gli animali domestici ai figli », ha sottolineato Papa Francesco durante gli auguri al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede.

Con il coraggio di chi grida nel deserto, Francesco ha giudicato “inaccettabile (…) parlare di un cosiddetto ‘diritto all’aborto’ che contraddice i diritti umani, in particolare il diritto alla vita”. “Tutta la vita va protetta, in ogni suo momento (…) perché nessun bambino è un errore o è colpevole di esistere”, denunciando ancora una volta la “colonizzazione ideologica” che si insinua attraverso “programmi studiati a tavolino” e “si concentra sui diritti degli individui, trascurando i doveri nei riguardi degli altri, in particolare dei più deboli e fragili”.

Di fronte al bassissimo tasso di natalità, e volendo impegnarci di più al servizio della vita,  sarebbe utile meditare le parole di Hannah Arendt, la giornalista e filosofa ebrea tedesca: “Il miracolo che salva il mondo, il dominio delle faccende umane, dalla sua normale ‘naturale’ rovina, è in definitiva il fatto della natalità (…) È questa fede e speranza nel mondo che trova forse la sua più gloriosa e stringata espressione nelle poche parole con cui il vangelo annunciò la ‘lieta novella’: ‘Un bambino è nato per noi” (dal libro “Vita Activa. La condizione umana”).

In questo slancio, per “ricominciare” con questo Giubileo, vogliamo vedere i piccoli, ascoltarli ed essere la loro voce?

François Vayne

Giornalista

 

 

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